Probabilmente dal titolo di questo post non si capisce molto bene l’argomento, ma volevo essere un po’ provocatoria.
Siamo ad Agosto e ormai tutti siete partiti e siete in partenza, vorrei quindi soffermarmi su alcune cose che ho imparato viaggiando e che spesso vedo fare a noi italiani. L’impressione che mi sono fatta incontrando molti italiani in viaggio è che spesso abbiamo l’arroganza di voler viaggiare e visitare il mondo e la pretesa di trovare i nostri comfort a disposizione ovunque.
Trovo che questo tipo di approccio rovini molto spesso il viaggio sia a chi pretende di trovare tutto come a casa, sia a chi viaggia con loro, ma soprattutto è offensivo per le persone che incontrate strada facendo.
E poi non è intelligente comportarsi così e questa mi sembra un’ottima ragione per rivedere il proprio stile di vita in viaggio.
Elencherò alcune cose fastidiose che ho visto fare e cercherò di suggerire delle valide alternative per superare il trauma di non avere gli stessi comfort. Ricordatevi però che se nessuna delle cose che scriverò vi torna, forse è il caso che rivediate bene le vostre priorità: viaggiare all’estero non è un obbligo e se non avete l’apertura di vivere il viaggio in un certo modo, vi conviene non allontanarvi troppo dalla comfort zone e rimanere in Italia. Ci sono posti bellissimi anche qui e c’è il bidet quindi la vostra igiene personale è salva e il divertimento assicurato.
BIDET, UN SEGNO DI CIVILTA’
Partiamo proprio dal bidet, questo fondamentale elemento dei nostri bagni, considerato dai più simbolo di pulizia (perché quelli che non lo usano devono per forza essere sporchissimi!!!). Ci sono Paesi in cui la situazione è davvero difficile, come la Francia, dove spesso nelle case il water si trova in una stanza minuscola senza nessun genere di conforto e ci sono posti dove l’organizzazione è più semplice perché ci sono doccini e water super tecnologici come in Giappone. Il consiglio è: assicuratevi che ci sia sempre abbondante carta igienica e portatevi le salviettine per le emergenze. Nella maggior parte dei casi comunque vi troverete in albergo, quindi fate un salto in doccia e il gioco è fatto.
CAFFE E CIBO DECENTE, GLI INTROVABILI
Una delle cose più difficili è regolarsi con il cibo, soprattutto a colazione. Questo perché questa cosa della brioche col caffè la mattina è un disagio tutto italiano. Nel resto del mondo ci si sfonda di salsicce e bacon (UK), pancake (USA), riso (Asia) e chi più ne ha più ne metta. In Russia ad esempio non ci sono regole precise per la colazione: mi è capitato molto spesso di mangiare pesce, pollo, kasha. Molto spesso il cibo che trovate in loco è più adatto al clima rispetto a quello che vorreste mangiare, ad esempio in Asia si mangiano ciotole di riso condite con verdure, carne o pesce e sono in effetti più leggere di una brioche con la Nutella. Il mio consiglio quindi in questo caso è: fidatevi delle abitudini alimentari degli altri Paesi. In Asia preferite il tè se ve lo offrono perché spesso bere una cosa calda (e preferibilmente senza zuccheri) vi aiuterà a sopportare il calore esterno. In Scozia assaggiate l’haggis, anche se è pesante, la temperatura è fredda e quelle calorie potrebbero servirvi durante le vostre giornate. E se proprio non riuscite a fare a meno del caffè e della pasticceria, andate da Starbucks che spesso c’è il WiFi e potrete anche comunicare con l’unico posto civile al mondo, l’Italia.
LA LINGUA, UNO SCOGLIO INSORMONTABILE
Questo è per me un mistero: gli italiani tendenzialmente pretendono di essere capiti quando si rivolgono a qualcuno in italiano e si aspettano di non essere capiti quando si ritrovano tra di loro a sparlare delle usanze del luogo o a parlare nostalgicamente di caffè e pasta. Mentre in Marocco o in Egitto sono preparatissimi e c’è sempre qualcuno che conosce due parole di italiano, per gli asiatici spesso l’italiano suona come una canzone e per gli americani suona così. In alcuni Paesi inoltre è difficile trovare qualcuno che parli in inglese. Quindi anche per quelli di voi che se la sanno cavare con l’inglese, è importante prepararsi per ogni evenienza portandovi un frasario e imparando le cose di prima necessità come “dove si trova” e i numeri. Allenate pure la comunicazione non verbale, mi è capitato di perdermi in Giappone e un postino gentilissimo è riuscito a indicarci la via senza parlare, semplicemente facendo segni e inseguendoci quando ha capito che avevamo di nuovo sbagliato strada. Se non riuscite a organizzarvi con la lingua o se avete paura, meglio che prendiate un bel viaggio organizzato con una guida che parla italiano e basta.
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La lista è per adesso finita, mi sono capitate tante altre gag simpatiche con gli italiani in viaggio, ad esempio due ragazzi che sono fuggiti da Bora Bora perché l’albergo non era granché (per intenderci, stiamo parlando di questo resort) e perché c’era un enorme granchio davanti alla porta del loro bungalow sulla spiaggia. Già, i temibili granchi giganti. Sicuramente ci sono altre cose spiacevoli che facciamo (e magari che faccio anche io) senza rendercene conto.
Nel dubbio ricordatevi che non tutti quelli che avete intorno sono lì per derubarvi o truffarvi (pensate agli ignari turisti che vengono a Roma e pagano il gelato a peso d’oro) e che spesso c’è gente che è lì solo per aiutarvi e farvi vedere il meglio del loro Paese, come mi è capitato in Marocco.
Perché il mondo è pieno di gente che è orgogliosa del proprio Paese e non desidera altro che mostrarlo, cercate di avere lo stesso approccio con l’Italia.
Bene, adesso vi saluto e vado a preparare lo zaino per la Corea di cui, forse, scriverò più avanti.
Buon viaggio!
Rieccomi! Ma non lo aggiorni più il tuo blog?